4.0
dark emotional sad tense slow-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Yes

Covi segreti, bende sull'occhio, pappagalli sulla spalla, gambe di legno, avventure entusiasmanti per tutti i sette mari, tesori inestimabili da conquistare, arrembaggi... ah no! Quello è "L'Isola del Tesoro" di Robert Louis Stevenson.

Ma è una premessa doverosa, perché stavolta al centro dell'attenzione c'è lui: Long John Silver. Quel personaggio nato dalla penna di Stevenson che ha contribuito significativamente alla consacrazione dell'immaginario collettivo del pirata.

Se però l'opera di Stevenson nasceva in seno al 1800, epoca immediatamente successiva al secolo d'oro della pirateria fenomeno che comunque non si era del tutto assopito, anche se non era più ai suoi massimi splendori, quella di Larsson è un'opera del tutto contemporanea, più riflessiva, intima se vogliamo. Il Long John Silver che conosciamo attraverso queste pagine non è un pirata nel pieno della sua potenza distruttiva, ma un vecchio lupo di mare stanco che passa in rassegna la sua esistenza.

"Narrativa Nautica", così l'ho definita, per amore di completezza, anche se non è esattamente la Nautical Fiction tradizionale.

E noi che siamo abituati a considerare il pirata come un eroe sovraumano, dobbiamo temporaneamente deporre le avventure e i miti, perché in questo flusso di coscienza c'è soltanto un uomo.