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dennyb1 's review for:
La valle dell'Eden
by John Steinbeck
Leggere Steinbeck è un’esperienza rurale.
Per un attimo ci si riesce a calare nei panni dei suoi personaggi (agricoltori o comunque famiglie che vivono del sudore della terra), a percepire la fatica che bisogna fare per forgiare una vita intera. Alla fine di Furore ero sbalordito, con la pelle d’oca per la potenza biblica di quell’immagine che si stampa nella mente per non andarsene mai più. E alla fine de La Valle dell’Eden ho avuto gli occhi colmi di lacrime per la bellezza eterna di un messaggio che dovremmo fare nostro.
La letteratura non deve dare messaggi, ma Furore e La Valle dell’Eden sono libri così potenti da essere in grado di cambiare la società dalle fondamenta; o meglio, ci si può illudere, crogiolare nell’idea che se tutti li leggessero l’essere umano sarebbe decisamente migliore.
Caleb, Samuel, ma soprattutto Lee (vero collante del romanzo) mi sono entrati nel cuore: quanto può essere deleteria la mancanza di amore? Quanto può dannarsi l’anima un figlio se non viene amato, capito e riconosciuto dai propri genitori? Perché, sfociando nel biblico, Caino uccide Abele? Sono tutte domande a cui i personaggi di John Steinbeck danno delle risposte tanto folgoranti quanto sofferte: a volte con le parole, altre volte con le azioni, altre con i silenzi. Ma con una forza trascinante, viene giù dal monte, come una valanga, un solo mantra da seguire: Timshel - tu puoi.
Per un attimo ci si riesce a calare nei panni dei suoi personaggi (agricoltori o comunque famiglie che vivono del sudore della terra), a percepire la fatica che bisogna fare per forgiare una vita intera. Alla fine di Furore ero sbalordito, con la pelle d’oca per la potenza biblica di quell’immagine che si stampa nella mente per non andarsene mai più. E alla fine de La Valle dell’Eden ho avuto gli occhi colmi di lacrime per la bellezza eterna di un messaggio che dovremmo fare nostro.
La letteratura non deve dare messaggi, ma Furore e La Valle dell’Eden sono libri così potenti da essere in grado di cambiare la società dalle fondamenta; o meglio, ci si può illudere, crogiolare nell’idea che se tutti li leggessero l’essere umano sarebbe decisamente migliore.
Caleb, Samuel, ma soprattutto Lee (vero collante del romanzo) mi sono entrati nel cuore: quanto può essere deleteria la mancanza di amore? Quanto può dannarsi l’anima un figlio se non viene amato, capito e riconosciuto dai propri genitori? Perché, sfociando nel biblico, Caino uccide Abele? Sono tutte domande a cui i personaggi di John Steinbeck danno delle risposte tanto folgoranti quanto sofferte: a volte con le parole, altre volte con le azioni, altre con i silenzi. Ma con una forza trascinante, viene giù dal monte, come una valanga, un solo mantra da seguire: Timshel - tu puoi.