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dennyb1 's review for:
Sei ricco, coniglio
by Julian Barnes, Stefania Bertola, John Updike
Rispetto alle parole di Ian McEwan e Martin Amis, cosa si può dire di più su Sei ricco, coniglio? John Updike, dopo i due precedenti libri della tetralogia, continua a descrivere perfettamente l’americano medio tra lavoro, casa, famiglia, vizi, virtù e tanta ignoranza. Con uno stile superbo e quell’inconfondibile capacità che hanno solo gli scrittori che sembrano sapere tutto del mondo (perché lo hanno plasmato come Dio), passa senza problemi a descriverti la natura come “non solo qualcosa che spunta attraverso le fenditure dei marciapiedi e intrappola i contadini in campagna, ma è un elisir, un lusso che può essere comprato e recintato e mantenuto puro per i fortunati in questo mondo impuro” a parlare di Harry Angstrom che sogna di mangiare la figa di una che non è sua moglie per poi tornare a frasi illuminanti come “Nel vuoto del cuore l’amore cade per sempre” o “Dio non è arrivato fino al West, è morto durante il viaggio”.
Sicuramente, leggendo Updike, si capisce da dove Philip Roth abbia colto il modo giusto per descrivere il sesso senza veli, filtri e paura.
Sicuramente, leggendo Updike, si capisce da dove Philip Roth abbia colto il modo giusto per descrivere il sesso senza veli, filtri e paura.