E’ un ottimo romanzo, quello di Natsuo Kirino, che si fa leggere d’un fiato, e che, nel descrivere la condizione sociale ed economica della donna giapponese, riesce ad accendere ancora di più l’interesse.
Se già essere una donna è difficile, figurarsi esserlo in Giappone, dove bisogna essere casalinga/amante/mamma con un’efficienza pari al 110%, e guai a lamentarsi o avere un momento di autocoscienza, perché non si può avere il tempo di fermarsi neanche per un secondo. Le quattro casalinghe del romanzo vivono una vita priva di avventure e stimoli: c’è chi ha un marito e un figlio che vivono vite diverse dalla sua, nonostante stiano nella stessa abitazione; chi deve badare alla suocera inferma in una casa piccolissima; chi è ricoperta dai debiti; e infine c’è la pazienza di una casalinga, vessata dal marito, che a un certo punto va in mille pezzi.
C’è anche la Yakuza, il mondo dei locali di baccarat e delle hostess, e degli istituti di credito, per non farsi mancare proprio nulla, e le ultime pagine, violentissime, potrebbero essere uscite da un film (anche troppo edulcorato) di Takashi Miike.