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dennyb1 's review for:
Fullmetal Alchemist Kanzenban 18
by Hiromu Arakawa
Avrei tanto voluto, fin dall’inizio, scrivere un pensiero su ogni volume di Fullmetal Alchemist, considerando quanto abbia amato i primi volumi che conquistano il cuore come pochissimi altri, ma complice una lettura discontinua a causa dell’attesa di pubblicazione tra un volume e l’altro, mi sono ritrovato ad averne solo quattro prima di considerare chiusa la lettura, non di certo l’avventura (perché l’anime è lì che mi aspetta).
Gli ultimi quattro volumi me li sono bevuti come un bicchiere d’acqua, godendo dei meravigliosi disegni della sensei Harakawa, fino al 18esimo che chiude l’edizione definitiva per questo capolavoro di manga: mi sono esaltato nell’ultimo combattimento e ho pianto quando succede quello che fin dal primo volume i lettori sono portati a desiderare con tutto l’ardore possibile.
Fullmetal Alchemist è un’opera umanista, un po’ come lo è Gurren Lagann, parla di sacrificio e di come non si ottenga nulla senza dolore, senza sacrificare qualcosa in cambio, ma è la filosofia dello scambio equivalente che bisognerebbe abbracciare in toto, ovviamente nella versione dei fratelli Elric: se io dò dieci, ricevo undici.
E così via, no? In uno scambio continuo di culture, sogni, progetti, sorrisi e lacrime.
Leggendo manga come Fullmetal Alchemist viene da chiedermi in che mondo vivremmo se solo l’umanità, invece di essere soggiogata dall’avidità, ascoltasse i battiti del cuore di un ideale.
Gli ultimi quattro volumi me li sono bevuti come un bicchiere d’acqua, godendo dei meravigliosi disegni della sensei Harakawa, fino al 18esimo che chiude l’edizione definitiva per questo capolavoro di manga: mi sono esaltato nell’ultimo combattimento e ho pianto quando succede quello che fin dal primo volume i lettori sono portati a desiderare con tutto l’ardore possibile.
Fullmetal Alchemist è un’opera umanista, un po’ come lo è Gurren Lagann, parla di sacrificio e di come non si ottenga nulla senza dolore, senza sacrificare qualcosa in cambio, ma è la filosofia dello scambio equivalente che bisognerebbe abbracciare in toto, ovviamente nella versione dei fratelli Elric: se io dò dieci, ricevo undici.
E così via, no? In uno scambio continuo di culture, sogni, progetti, sorrisi e lacrime.
Leggendo manga come Fullmetal Alchemist viene da chiedermi in che mondo vivremmo se solo l’umanità, invece di essere soggiogata dall’avidità, ascoltasse i battiti del cuore di un ideale.